Dalla Conferenza Internazionale di Oncologia Toracica di Napoli, i medici specialisti lanciano l’allarme relativamente all’incremento di casi di tumore polmonare nelle donne. Questa grave patologia è correlata, nella maggior parte dei casi, al fumo. Nell’ampio campione sottoposto a studio, emerge come una significativa percentuale di donne che hanno sviluppato il tumore polmonare non siano mai state fumatrici ma esposte al fumo passivo nelle proprie case.
Non è dimostrabile la correlazione certa e scientifica tra le due cose, molti altri fattori potrebbero essere alla base dell’insorgenza del tumore polmonare non ultimo l’inquinamento atmosferico o fattori genetici ma gli scienziati puntano decisamente il dito contro l’abitudine di molti di fumare in casa, esponendo agli effetti del fumo passivo coniugi e figli. Da indagini statistiche risulta che alcune Regioni italiane detengono il primato del fumo tra le mura domestiche, prime tra tutte l’Umbria con il 29%. La più virtuosa è il Veneto con il 9%. Da questi dati l’esortazione dei medici a vietare il fumo in casa. Ma in questo caso, chi controllerebbe il rispetto del divieto? E un fumatore dove potrebbe soddisfare il proprio vizio se non in casa propria?