Nell’attesa della riforma del mondo del gioco d’azzardo pubblico e di quello delle slot machine gratis, che porterà regolamentazione e disciplina nel settore, si sta assistendo, sempre più pesantemente, all’agire degli Enti Locali che, ancora in assenza di un intervento nazionale che possa regolamentare definitamente il settore ludico, si accampano -Stato acconsentendo e permettendo- il diritto di intervenire sull’organizzazione ed anche, se si permette il termine, “sulla vita” del mondo-gioco. Enti che emettono ordinanze che piano piano hanno “l’obbiettivo strisciante” di abolire il gioco dai loro territori… e questo sempre e comunque “a salvaguardia della salute dei cittadini e del relativo territorio”.
Orbene, bisogna anche dire che regolamentare e disciplinare il settore ludico non vuole, per similitudine, dire eliminarlo dalla vita quotidiana di tante persone. Dovrebbe esclusivamente dire mettere normative sostenibili, tasse sopportabili, orari concepibili: ma, sopratutto, dovrebbe voler dire permettere alle attività di gioco di continuare a vivere, impiegare risorse, guadagnare e, non da ultimo, fare divertire chi lo desidera. Insomma, non impedire che chi vuole giocarsi una partita con le “famigerate macchinette” sia costretto a rincorrere punti di gioco in periferie sconfortanti, oppure a seguire orari assurdi nei quali diventa difficile potersi rilassare.
Bene, posta questa forse lunga premessa, si vuole parlare ancora una volta di due gran belle città come Firenze e come Napoli che stanno mettendo veramente in atto un’opera di “epurazione” del gioco pubblico, dimenticando forse quanto lo stesso possa essere fondamentale per il bilancio statale (e questo lo vedremo presto nei prossimi giorni, quando “verranno svelate” le coperture per la manovra finanziaria del 2017). La realtà che si vuole denunciare è che la città di Firenze e quella di Napoli non esprimono con il loro procedere una funzione di concorrenza disciplinare (come detto, in assenza di quella Statale), bensì stanno introducendo una forma, neppur tanto celata, di abolizionismo o proibizionismo “restringendo” sempre di più lo spazio operativo delle attività di gioco.
Ma a questo punto, che effetti economici su tutto il comparto del gioco e dei casino online con bonus avranno le ordinanze emesse? Bisognerà pure dare una risposta agli operatori che si sentono “chiusi all’angolo” e che non sanno più cosa fare. Quello che emerge, lo si sottolinea ancora, è che Firenze e Napoli, non potendo ovviamente abolire ciò che lo Stato ha creato, introdotto e disciplinato, ha messo in atto sui territori una restrizione alle attività ed un “divieto di accesso al gioco” per i cittadini che non ha precedenti. Qui, non si tratta più di adeguamento dell’impatto industriale del gioco relativamente alle esigenze dei territori, bisogna proprio parlare del suo “soffocamento”.
Il gioco è permesso quattro ore al giorno a Firenze e qualche ora in più a Napoli: limitazioni orarie che rendono veramente anti-economico il proseguimento delle attività ludiche e che, quindi, mettono “in mezzo ad una strada” tante risorse che in questo settore pensavano di “crederci”, ma che hanno gioco-forza dovuto “ricredersi”: così, finalmente, le due grandi città si potranno fregiare di aver abolito la “piaga italiana del secolo”. Il tempo di lavoro oggi permesso al gioco è certamente assai poco rispetto a quello che era in essere prima di queste ordinanze: 12 o 18 ore probabilmente erano troppe e quattro ore, o giù di lì, troppo poche. Una sana via di mezzo si poteva pure mediare, lo spazio c’era… ma la voglia di farlo indubbiamente no!