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Iscriversi all’università in questo periodo è una scelta che va ponderata in maniera ancora più precisa. Parliamo infatti di un momento di grandi cambiamenti, nel quale il mondo del lavoro sta subendo variazioni importanti e anche le esigenze dei professionisti stanno cambiando. A seguito della pandemia e con lo scoppio della guerra si sono infatti modificate le priorità a livello sociale ed economico e sarà necessario acquisire competenze specifiche per riuscire a fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi che attendono l’Italia e il resto del mondo nei prossimi decenni. Secondo i dati forniti dal barometro linkedin 2022 in merito al primo impiego, sono i lavori collegati alla tecnologia e all’ICT ad essere maggiormente richiesti, ma non mancano opportunità di inserimento anche in mansioni relative alla comunicazione, all’economia e progettazione.
Il dilemma ricorrente tuttavia è quale facoltà scegliere tra umanistiche o scientifiche per avere maggiori opportunità lavorative. Una prima risposta possono darla i dati, che si basano sull’occupazione dei laureati ad un tot di anni dal conseguimento del titolo. I dati però non devono assolutamente condizionare la scelta in maniera totale, perché in molti casi a fare la differenza nel mondo del lavoro, è anche la capacità di adattamento e il possedimento di soft skills necessarie per muoversi con molta più abilità nella propria professione.

Le facoltà che assicurano più occupazione
Il rapporto 2022 di Almalaurea è molto confortante dal punto di vista del numero di occupati, perché superano i livelli pre-pandemia. I dati hanno riguardato 76 atenei e 660 mila laureati ad uno, a tre e a cinque anni dalla laurea. Si confermano in cima alla lista delle facoltà che assicurano un impiego Informatica e Ingegneria industriale e, tra le lauree a ciclo unico, Medicina. Ottime prestazioni anche per chi si laurea in chimica e fisica. Hanno maggiore difficoltà invece le facoltà letterarie, umanistiche, Psicologia e Giurisprudenza. Da questa prima analisi emerge quindi come le discipline STEM siano tra le più richieste. Ricordiamo che il significato dell’acronimo STEM identifica 4 discipline: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica e quindi racchiude tutte le discipline di orientamento scientifico, molto richieste perché necessarie soprattutto nella progettazione e produzione industriale. Molto interessanti anche i dati relativi alle tempistiche di inserimento lavorativo: nel 2021 ad un anno dalla laurea lavora il 74,5% dei laureati di primo livello e il 74,6% dei laureati del secondo livello, con un aumento rispetto ai dati 2021. A 5 anni dalla laurea la percentuale dei laureati occupati sale ancora: 89,6% per i laureati di primo livello e 88,5% per quelli di secondo livello.

Coerenza tra titolo di studio e impiego
Un dato molto importante da sottolineare è la coerenza del percorso di studio con il lavoro che si svolge. È una valutazione che fa riflettere infatti su due aspetti: la varietà del mondo del lavoro e anche l’aderenza da parte delle università alle richieste del mercato.
Secondo i dati forniti da Almalaurea gli occupati ad un anno dalla laurea considerano efficace il titolo conseguito per oltre il 60% dei casi. Si tratta del dato più alto dal 2008 e conferma che negli ultimi anni si è fatto molto per avvicinare il mondo accademico a quello del lavoro. La situazione migliora a 5 anni dal conseguimento del titolo, perché la laurea risulta efficace per il 66,2% dei laureati triennali e per il 69,5% dei laureati di secondo livello.

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