Dopo aver analizzato le differenze tra il settore immobiliare newyorkese e quello nostrano, molti lettori, prendendo spunto dall’articolo, ci hanno posto alcune domande in merito all’acquisto di case all’estero. La domanda ricorrente, però, è stata sempre la medesima: è conveniente acquistare un immobile in territorio straniero? D’altro canto, il mercato immobiliare italiano è decisamente poco stimolante, complice, in primis, l’elevata pressione fiscale, che colpisce, in modo particolare, chi ha deciso di sfruttare il mattone come forma di investimento. A questo, poi, va aggiunto un altro fenomeno in costante aumento negli ultimi anni: il rischio locazione, a causa dell’insolvenza degli inquilini.
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Quali sono i primi passi da approntare per acquistare una casa all’estero?
Quanto avvenuto nel 2008, con lo scoppio della grande crisi negli USA a causa dei mutui subprime, ha avuto un riflesso non indifferente nel mercato immobiliare italiano. E l’onda lunga di quella crisi, morde ancora il mondo del mattone del Belpaese. Molti nostri connazionali, di conseguenza, decidono di investire i propri risparmi in terra straniera, nella speranza di vedere rivalutati i propri investimenti senza dover sopportare gli stessi elevati costi fiscali presenti in Italia. Quando si decide di investire nel settore immobiliare, soprattutto in territorio straniero, le accortezze da approntare sono svariate.
Innanzitutto, è importante conoscere il meccanismo dell’apparato burocratico della nazione nella quale si decide di acquistare l’immobile: l’Italia, in tal senso, è difficilmente battibile, ma le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Ed è buona norma, di conseguenza, evitarle. All’atto pratico, quindi, bisogna procedere con un contratto preventivo, al fine che l’immobile non venga venduto ad un soggetto terzo durante la trattativa e, soprattutto, legalizzi il contratto di compravendita.
Grande attenzione, in questa fase, va prestata al comportamento del soggetto che pone in vendita l’immobile: in virtù di una trattativa che si sviluppa a distanza, spesso assai notevole, il venditore approfitta della mancata presenza fisica dell’acquirente e potrebbe, potenzialmente, aumentare significativamente la domanda di offerta, passando da diversi siti ed agenzie immobiliari.
Quando si giunge al “closing” dell’operazione, è consigliabile tracciare il denaro per essere sicuri al 100% che l’atto di compravendita sia effettivamente andato a buon fine. L’acquisto, però, si può considerare concluso solo se in quel determinato paese è presente una legge che lo reputi vincolante. In parole povere: occhio alle bufale. E, possibilmente, affidarsi ad un intermediario serio e riconosciuto sul territorio italiano, che possa fare da tramite e garantire l’espletamento corretto di tutte le procedure.
Quali sono i potenziali ostacoli?
Nel trattare l’acquisto di un immobile sito in territorio straniero, infatti, esistono alcuni ostacoli che potrebbero mettere in seria difficoltà l’acquirente. E farlo incorrere in situazioni sgradite e potenzialmente truffaldine. Il primo, in tal senso, è quello linguistico: conoscere la lingua locale, talvolta, risulta insufficiente, in quanto l’interpretazione dei documenti ufficiali risulta spesso ostica e richiede, di conseguenza, la presenza di uno specialista che sia in grado di comprenderne compiutamente il significato dei termini tecnici fornendo un’adeguata assistenza all’acquirente.
Uno specialista serio e qualificato, d’altro canto, è in grado di supportare il proprio cliente a 360°: alcuni aspetti come il valore della valuta locale, piuttosto che la quantificazione delle cosiddette spese extra, che di solito non vengono incluse nel contratto di compravendita, possono essere valutate adeguatamente solo da questa tipologia di figura professionale, abituata a trattare operazioni di compravendita immobiliare con i paesi stranieri.
Un altro problema, poi, riguarda il denaro. Nonostante la legge non impedisca in alcun modo ad un cittadino residente nello Stivale di possedere capitali all’estero, esistono alcune norme che devono essere tenute in considerazione.
Il “problema” principale, in tal senso, riguarda il contante: la legge, infatti, impone di dichiarare le somme superiori ad €.10.000,00; qualora il cittadino italiano non adempia a questa regola, le multe sono assai salate, arrivando al 50% della somma non dichiarata. Aprire un conto all’estero in qualità di “non residente”, inoltre, è di norma particolarmente oneroso: quando si effettua una compravendita immobiliare all’estero, di conseguenza, è consigliabile effettuare un bonifico bancario internazionale.