Per il mondo delle criptovalute, dopo tante critiche, e spesso dopo tante truffe come quelle legate ad Ethereum Code , è arrivato il grande momento rappresentato dal pieno riconoscimento da parte della finanza tradizionale. La criptovaluta più conosciuta e più capitalizzata, il Bitcoin, entra infatti ufficialmente nel salotto buono della finanza, non a Wall Street almeno per il momento, ma alla Borsa di Chicago.
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Contratti futures Bitcoin, esordio in pompa magna al Cboe
Al Cboe, infatti, è stato programmato il lancio dei primi contratti futures sul Bitcoin, il che significa che la criptovaluta avrà decisamente più visibilità non solo agli occhi dei piccoli investitori, ma anche dei trader professionisti e degli investitori istituzionali dopo che negli ultimi dieci giorni le quotazioni della moneta virtuale decentralizzata hanno segnato un record storico dietro l’altro.
L’ingresso del Bitcoin nel mondo della finanza ufficiale, anche se attraverso i contratti futures che a loro volta non è che siano degli strumenti finanziari a basso rischio, dovrebbe comunque permettere alla criptovaluta di oscillare con un minor livello di volatilità giornaliera rispetto ai prezzi in rapida ascesa, ma sulle montagne russe, che si sono visti nella prima decade del mese di dicembre del 2017.
Futures Bitcoin presto anche al Cme
Dopo lo sbarco al Cboe, i futures sul Bitcoin nei prossimi giorni dovrebbero esordire pure in un altro mercato dei derivati, quello del Cme che, allo stesso modo, ha sede negli States a Chicago. Dopodiché nei primi mesi del 2018 le negoziazioni sui derivati del Bitcoin dovrebbero sbarcare pure a Wall Street, ed in particolare sul tabellone elettronico del Nasdaq mentre listini di piazze finanziarie come quelle di Parigi e di Tokyo, in accordo con quanto rivela Repubblica.it, sulla criptovaluta più capitalizzata starebbero effettuando a loro volta dei test di negoziazione.
L’impressione, se i derivati sul Bitcoin avranno successo, è che pure per altre criptovalute come Ethereum, Litecoin e Ripple presto potrebbe arrivare, allo stesso modo, la legittimazione da parte dei migliori salotti della finanza mondiale. Dopo tanti sospetti, critiche e recensioni negative da parte anche di amministratori delegati di grandi banche, a quanto pare anche la finanza tradizionale sembra essersi accorta del fatto che quella relativa alle criptovalute non è solo una moda passeggera, ma una nuova era che rischia di influenzare profondamente su scala globale il mondo degli investimenti, delle transazioni finanziarie e dei sistemi di pagamento.
Non a caso in questi giorni il Bitcoin ha raggiunto sulle principali piattaforme di scambio, contro il dollaro americano, la quota record di 19 mila snobbando l’ultimo allarme che solo poche ore prima era stato lanciato da alcune banche d’affari americane sullo sbarco della criptovaluta nel mercato dei derivati che viene ritenuto troppo frettoloso ed anche prematuro in ragione dell’anonimato legato agli scambi, e soprattutto in virtù di una volatilità che, secondo i big del credito a stelle e strisce, sarebbe non solo incontrollabile, ma anche difficile da gestire pure per strumenti finanziari di copertura, e nello stesso tempo anche speculativi, come i futures.