Vi siete mai chiesti qual è stata la prima partita di calcio sulla quale gli italiani hanno potuto piazzare una scommessa legale? Ebbene, correva l’anno 1998, i mondiali di Francia entravano nel vivo con le prime partite della fase a eliminazione diretta. Allo stadio Vélodrome di Marsiglia si affrontano l’Italia e la Norvegia per un match che vale la sfida ai quarti contro i padroni di casa francesi. Gli azzurri partono con i favori del pronostico, ma questo è un mondiale strano dove un’Italia traboccante di talento fa fatica a gestirne le potenzialità. La tegola per mister Cesare Maldini è come far segnare la sua squadra ma, soprattutto, chi schierare in attacco.

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Baggio-Del Piero, il grattacapo di Maldini

La nazionale ha una difesa granitica e un centrocampo muscolare, ma lì davanti ci sono Vieri, Inzaghi, Chiesa e poi gli ambivalenti Alessandro Del Piero e Roberto Baggio. I due sono nell’Olimpo del calcio italiano, tra le mezze punte più forti ad aver mai giocato in serie A, e la nazionale ha la fortuna di averli entrambi nello stesso momento a disposizione. Del Piero è giovane, nella curva ascendente della sua carriera ma viene da un lieve infortunio; Baggio non è nel fiore degli anni ma la sua classe parla per lui. Maldini preferisce Del Piero, che però gioca un cattivo mondiale sfiduciato dall’alternanza costante con Baggio, il quale a sua volta vive gare “tronche” non partendo mai titolare. Insomma, poteva essere la loro occasione, ma a brillare sarà un altro attaccante azzurro.

Bobo Vieri realizza ben 4 gol nel solo girone, si presenta al match con la Norvegia consapevole che il suo stato di grazia lo rende uno degli attaccanti più forti al mondo in quel momento e vuole confermarsi tale. Al 18’ Di Biagio recupera un pallone nella sua metà campo ed effettua un lancio rasoterra e preciso verso Vieri che controlla, entra in aria con il difensore che lo segue ma gli lascia lo spazio per esplodere una diagonale precisa sul secondo palo. Grazie a quel gol l’Italia accederà ai quarti di finale, in cui poi perderà ai rigori contro la Francia che invece si laureerà campione del mondo, ma sarà anche il gol che decreterà l’inizio dell’incredibile storia delle scommesse sportive in Italia.

20 anni di gioco d’azzardo

Da quel 27 giugno 1998 sono passati 20 anni, 20 come le candeline che quest’anno spegne il betting sportivo nel Belpaese, un settore che si è evoluto e adattato ai tempi senza particolari cali o flessioni nel mezzo, al punto da poter raccontare oggi una delle industrie più floride del nostro panorama economico. Secondo i dati Agimeg (Agenzia giornalistica sul mercato del gioco) nel 2017 il volume di gioco toccato dal solo settore scommesse sportive ha toccato i 10 milioni, un flusso massiccio da contestualizzare coi 100 miliardi totali giocati su tutti i settori del gioco d’azzardo (slot, VLT, ippica, bingo…). La raccolta, ovvero la trattenuta dello Stato al netto della ridistribuzione del denaro sotto forma di vincite, è di 1,3 miliardi. Un anno record che ha buone possibilità di essere scavalcato dal 2018, per il quale le previsioni parlano di una raccolta ancora più importante.

Numeri odierni che raccontano una crescita regolare cominciata dalle prime scommesse piazzate per via telematica con le primissime quote offerte dai bookmaker, all’epoca poche e su palinsesti limitati. L’ippica già da anni era una realtà dell’azzardo italiano, alcuni operatori che oggi si trovano in cima al mercato nostrano hanno cominciato proprio con le corse dei cavalli. Ma è stato il web a rappresentare una vera e propria rivoluzione copernicana per il settore: prima il betting exchange, poi l’allargamento dei palinsesti seguito dall’inserimento di nuove tipologie di gioco sempre più customizzabili, adattate alla volontà dello scommettitore, è difficile pensare oggi ad una tipologia di gioco che non sia stata ancora prevista dai palinsesti complementari degli operatori di gioco.

L’ultima frontiera sono i fantasy match, le partite virtuali il cui risultato è deciso da un algoritmo, non essendo sufficienti i palinsesti allargati a quasi tutte le discipline sportive in generale a saziare una voglia di gioco così grande da portare persino al successo delle partite fittizie.

I prossimi obiettivi del settore

Il mercato dell’azzardo è finito nel mirino del nuovo governo Movimento 5 Stelle – Lega che tramite il Decreto Dignità ne ha bloccato ogni possibilità di pubblicità e/o sponsorizzazione. L’obiettivo dichiarato non è quello di ledere alle casse del settore ma andare a contrastare la ludopatia (che il Decreto invita a definire “disturbo da gioco d’azzardo”) e limitare la formazione di nuovi, e giovani, scommettitori che potrebbero essere attratti dalle lusinghe della reclame. La lobby degli operatori scommesse, come la definisce il vicepremier Di Maio, non ci sta e reiteratamente sta cercando di portare al confronto sulla questione il governo, affermando che la pubblicità serva soprattutto a contrastare il gioco illegale, ma si tratta di uno scontro tra punti di vista diametralmente opposti.

Certo è che la raccolta del settore è diventata davvero esorbitante, porta i giochi da casino come poker e roulette ma anche slot e VLT anche sugli smartphone sta aprendo nuove prospettive che non pongono limiti alla crescita ipotetica del mercato. Allo stesso modo il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) non prevede alcun calo della raccolta sul gioco nei prossimi 5 anni, segno che le scommesse sportive festeggeranno tranquille anche il quarto di secolo.

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