Il bollo auto è un’imposta che deve essere pagata da tutti i possessori di un veicolo, anche se non circolante. Solo la radiazione del veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico comporta l’esenzione dal pagamento, perché con la radiazione, o la vendita, ovviamente, cessa la proprietà del mezzo stesso. In Italia il bollo auto rappresenta un valore di 6 miliardi di Euro all’anno che vanno a rimpinguare le casse delle Regioni. Come ogni imposta, anche il bollo ha la sua parte di evasori, di persone che secondo la norma sono soggette al pagamento ma si sottraggono.

Il valore di questa evasione si attesta a circa 500milioni all’anno. Il Premier ha già annunciato la sua intenzione di abolire il bollo recuperando il minore introito attraverso un aumento delle accise sui carburanti, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 centesimi al litro. Secondo le intenzioni di Renzi questo provvedimento dovrebbe essere contenuto nella Legge di stabilità valida per il 2017, cioè approvata nel dicembre 2016 ma qualcuno pare avere fretta e c’è già una proposta di legge in questo senso. Certamente l’aumento delle accise porterebbe ad eliminare l’evasione e salvaguardare il principio che chi inquina di più paga anche di più ma alcuni particolari vanno analizzati meglio.

Una persona che utilizza il mezzo per lavoro, quindi fa moltissimi chilometri all’anno, verrebbe penalizzato non poco, poiché andrebbe a pagare molto di più di quanto non lo faccia ora pagando il bollo. Un altro dubbio è costituito dall’effetto che un aumento dei carburanti può avere, anzi, ha sui costi delle merci. Poiché in Italia il trasporto su gomma è assolutamente prevalente su quello su rotaie, ne consegue che un aumento delle accise si traduce in un aumento delle merci, comprese le merci di prima necessità, incidendo negativamente sulle tasche di tutti i cittadini, compresi gli stessi automobilisti che pagherebbero di più per via dei chilometri percorsi, essendo così penalizzati due volte.

In secondo luogo, la ricaduta sui prezzi andrebbe a erodere ancora una volta il potere d’acquisto frenando l’economia e mettendo in maggiore difficoltà le categorie di cittadini più deboli. Terzo, i prezzi aumentati costituirebbero uno scotto da pagare, in sostituzione del bollo, anche per chi un mezzo proprio non ce l’ha. Chissà se i politici, menti eccelse, hanno pensato a queste cose che sono alla portata mentale anche di chi non ha la loro istruzione? Poi, tutti questi costi maggiori, si sommano anche ad altri costi, come l’assicurazione, in cui gli sconti, quelli che dovrebbero essere veri, tardano ad arrivare.

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