È stato indetto uno sciopero nazionale dei taxi per il 23 marzo 2017. I principali sindacati dei tassisti hanno deciso di protestare contro il governo, reo di non aver rispettato gli accordi che erano stati annunciati alla fine dello scorso mese. Lo sciopero nazionale dei tassisti inizierà alle 8 del mattino e terminerà alle ore 22 di sera. Potrebbero esserci molti disagi anche se saranno garantiti i servizi essenziali come il trasporto delle persone disabili e degli anziani salvo casi di emergenza accertata.
Nel comunicato stampa diffuso dai sindacati dei tassisti si legge che i motivi della protesta riguardano la “liberalizzazione selvaggia che, miopi politiche d’interesse di poche multinazionali, vorrebbe imporre affamando un’intera categoria e distruggendo la qualità del servizio pubblico non di linea”. Sembrava che governo e tassisti avessero trovato un accordo dopo le manifestazioni contro l’emendamento proposto dal PD da applicare al decreto Milleproroghe, contenente il rinvio del decreto per la regolamentazione dei servizi alternativi ai taxi così come avviene per Uber e NCC (auto a noleggio con conducente). Attualmente ci sono dei regolamenti comunali che prevedono delle restrizioni per evitare che questi servizi siano uguali offerti dai taxi, ma i tassisti sono sempre sul piede di guerra perché queste regole non bastano. Una licenza per taxi è molto costosa e vincola i tassisti, cosa che non accade per Uber e NCC.
Le attuali leggi sui taxi sono vecchie di 25 anni e grazie alla tecnologia molte cose sono cambiate, oggi per esempio si può prenotare un’auto anche attraverso un’app. Nonostante la promessa del governo di emanare un nuovo decreto per la distinzione dei servizi, i sindacati sono diffidenti. Per questo, in assenza di accordi, lo sciopero dei taxi del 23 marzo 2017 non è stato revocato. Sono in corso degli incontri ma al momento sembra che non ci sia nulla che possa far tornare i tassisti sui loro passi.